3.6.06

"UOMINI, idee e percorsi della cultura in Valle. Rizza il pittore delle umili cose."

Lino Rizza ha tradotto gli spunti molteplici del suo ambiente in un linguaggio ambiguamente sospeso tra naturalismo e lirismo, scegliendo di conseguenza tecniche adatte, e cioè l’acquarello l’inchiostro e il carboncino. Quadri dunque a soggetto naturalistico, realizzati con stile verista, sui quali spira sempre una brezza lieve, delicata, pulita, come quella che sale dal lago o che scende dalle montagne a primavera e d’autunno. Anche la luce (negli acquarelli) non è mai estiva o meridiana; è piuttosto la luce del crepuscolo, della sera e del mattino. Mi viene in mente (ma anche qui senza imbastire paragoni di sorta) il famoso verso su Virgilio (Ecloghe,IV,2) e l’uso fattone dal Pascoli: “Non omnes /arbusta invano humilesque myricae”. Nel bosco non ci sono solo i grandi alberi dai nomi illustri; ci sono anche le umili tamerici e le molli ginestre, preziose per accendere il fuoco per illuminare la casa. La pittura di Lino Rizza si è piegata sui paesaggi “poveri” della Valle, non già per rimpiangere il tempo antico, ma per riscoprire e riproporre un’intuizione vera e semplice della serenità che c’è nelle cose e che forse non è ancora definitivamente cancellata dal cuore dell’uomo.
Prof. Eugenio Fontana

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