29.5.06

"Sacra conversazione", 2002, acrilico su muro

"Ritratto con il cane", olio su tela

Immagini e articolo di giornale dalla presentazione "La Valle, le Terre il Manzoni", 1997, Casa Zitti, Cemmo (Bs)

"Ultima cena", 2004, olio su tela

"Le 7 opere di misericorda corporale", 1992, acrilico su muro, cimitero di Piamborno (Bs)



Un murale lungo oltre 39 metri decorerà l’esterno del cimitero di Piamborno.
A opera terminata esso sarà composto da sei pannelli, tre a destra e tre a sinistra, i quali raffigureranno le opere di misericordia corporali.

"Il tacchino", 1988, olio su tela



Lino Rizza uomo che ti accoglie con semplice e schietta ospitalità, uomo che ti scruta con il suo sguardo azzurro profondo, uomo che sa fare dell’ironia con poche parole ben scelte, uomo che sa allontanarti con atteggiamento burbero e scontroso se gli va di essere lasciato solo e lontano: questo è il mio amico Lino.
Lino Rizza, originale, inventore, intagliatore. Falegname, musicista è soprattutto un pittore; è nato pittore e quando arriva il momento giusto, sa mettere nei suoi quadri tutto se stesso, tutto il suo essere uomo camuno, attaccato alla sua terra ed ai suoi ricordi. Lino Rizza coglie gli istanti, gli attimi del tempo nei paesi della Vallecamonica, li coglie con affetto, con precisione di disegno e dolcezza di colori acquerellati. Senti sotto tutto l’amore per la sua terra, il gusto per la ricerca degli angoli più caratteristici e più antichi della cultura passata. L’impressione che ti lasciano i suoi quadri è di ricordo, di dolcezza, a volte di estrema tenerezza. Lino ci offre, oltre ai portoni di legno, ai cancelli aperti sull’infinito, alle fontane di pietra, ai muri ricoperti di edera, anche l’acqua immobile del lago, le barche, la sabbia del mare, due splendidi visi di bimbi, qualche nudo di donna, caldo ed armonioso, come se la carne il legno e la pietra fossero per lui un unico amore.

Erminia Beccagutti

"I miei tesori", 1988, olio su tela (copia d'autore W.M. Harnett)

26.5.06

"Ascensione", 1995, olio su tela



L’OLIO SU TELA DI RIZZA “VOLA” IN AFRICA DA PADRE FRANCESCO

L’assunta con angeli e apostoli (è anche il titolo dell’opera, un magnifico olio su tela di due metri per tre, di Lino Rizza, costituirà la pala dell’altare della chiesa dell’Aliwang Mission in Uganda. Il noto artista di Piamborno, ha dipinto il grande quadro appositamente per il cugino padre Francesco in occasione del 25° anno di sacerdozio del missionario originario di Capodiponte.

“Se cerco dentro di me e scavo più in profondo – dice Lino Rizza – penso si troverebbero anche tracce di una remota educazione religiosa che mi imparti mia madre da piccolo e che riaffiora come un dolce ricordo e rimpianto in questa mia seconda età …”

Il pittore camuno, al termine dell’opera, con palese riferimento alla tela che spedirà alla missione africana del cugino Francesco, detta anche una riflessione che interpreta bene il suo pensiero:

”Guardo oltre il mare – dice Rizza - oltre il deserto: nell’uomo che mi fu compagno di giochi, troverò la mano pietosa dell’eterno?”

"Vista sul lago", 2000, trompe l'oeil

"Papaveri", 1991, acquarello

Articolo Mostra Cividate 2003

"Farfalle", 1997, vetrata

"Due galli nel pollaio", 1991, acquarello

"Trittico Sacro", 1991, acrilico su muro

"Via Crucis di Pescarzo (BS)", Presentazione, articolo di giornale



A seguire presentazione con immagini e succinto commento dell'autore.

Via Crucis di Pescarzo (BS), stazioni I e II

GESU’ NEL GETSEMANI
E’ notte di luna piena: un angelo e Gesù tra gli ulivi. In primo piano c’è un apostolo addormentato il cui sonno sereno contrasta con la tensione emotiva del volto di Gesù. Sullo sfondo, a ridosso dei tronchi, altri due apostoli assopiti.



IL BACIO DI GIUDA
La luna piena è sorta. Gesù si ritrae quasi al bacio di Giuda, mentre guardie del sommo sacerdote, in alto a destra con bastoni, si consultano. In basso a destra un giudeo con il suo cane, ha pronta una corda. A sinistra Pietro sfodera un coltellaccio con il quale taglierà l’orecchio ad un servo di Kaifa.

Via Crucis di Pescarzo (BS), stazioni III e IV

IL SINEDRIO CONDANNA GESU’
Interno del Sinedrio: sullo sfondo sacerdoti a consulto, mentre davanti uno interroga Gesù. In primo piano un esponente del tribunale inorridisce alla presunta “bestemmia “di Gesù ha detto di essere il figlio di Dio.



PIETRO RINNEGA GESU’
La notte svolge all’alba .Una donna pensa d’aver riconosciuto Pietro, un seguace di Gesù e, rivolta verso le altre donne, fa la sua denuncia. L’apostolo è colto nel momento che dice: “Io? Io non lo sono”.

Via Crucis di Pescarzo (BS), stazioni V e VI

GESU’ O BARABBA?
Sala in stile romano del proconsole Pilato: confronto tra Gesù e Barabba. Cortigiani e sacerdoti in secondo piano. Pilato accompagnato dal suo cane mastino indica Gesù ad un pubblico che si intuisce tra chi guarda, perché scelga tra Gesù e Barabba.



ECCO L’UOMO
Siamo all’entrata della casa di Pilato: il proconsole romano mostra alla folla, rappresentata dal personaggio con il coltello in primo piano, un Gesù che sembra accettare il proprio destino. Dietro sacerdoti e personaggi osservano la scena dai colori chiari, perché illuminata dalla luce che viene dall’esterno.

Via Crucis di Pescarzo (BS), stazioni VII e VIII

PILATO CONDANNA GESU’
Gesù è legato ad una colonna mozza: guardie lo flagellano e lo insultano. Dietro si intravede un braccio femminile che versa acqua nel catino, al quale Pilato, che sembra sparire dalla scena, si sta lavando le mani. A sinistra un sacerdote è rivolto a qualcuno fuori campo.



IL CIRENEO PORTA LA CROCE
Salita al Calvario. Gesù è caduto sotto il peso della croce alla vista della Madre; il Cireno, scelto tra la folla che assiste in secondo piano, fa l’atto di alzare la croce, mentre un Centurione a cavallo pungola il Cristo che lo guarda con dolore. Sullo sfondo la cima del Golgota con vecchie croci.

Via Crucis di Pescarzo (BS), stazioni IX e X

LE DONNE E GESU’ SULLA VIA DEL CALVARIO
Sulla via del Calvario Gesù incontra le donne, che sorreggono Maria svenuta alla vista del Figlio. Il Cireneo porta sempre la croce. Folla e soldati sulla salita. Un giudeo strattona Gesù con una corda ai polsi.



GESU’ VIENE CROCIFISSO
Prospettiva rovesciata del Cristo che viene inchiodato alla croce. L’espressione dolorosa di Gesù si può vedere diritta ponendo uno specchio inclinato al di sopra del suo viso. Quattro crocifissori: in basso uno ha fissato il braccio destro mentre un altro sta inchiodando i piedi; al centro un terzo spinge il braccio sinistro di Gesù che l’ultimo carnefice è pronto a fissare con il chiodo. Sullo sfondo: soldato romano e due figure.

Via Crucis di Pescarzo (BS), stazioni XI e XII

GESU’ IN CROCE PERDONA
Gesù crocifisso tra due ladroni: il cattivo, quello a destra, che impreca, è issato da un soldato sulla croce. Figure e centurione che si allontanano. Notare la differenza delle croci: semplici pali per i ladroni, legno squadrato per quella del Cristo, protagonista della scena.


GESU’ PARLA A SUA MADRE
Maria, Giovanni apostolo ed una donna ai piedi della croce. Di Gesù si vedono le estremità inferiori; la Madonna è il soggetto di questa XII stazione (stabat Mater …iuxta crucem …lacrimosa…). I soldati, in secondo piano, si giocano ai dadi la tunica di Cristo. Ha inizio il temporale.

Via Crucis di Pescarzo (BS), stazioni XIII e XIV

GESU’SPIRA IN CROCE
Gesù sta per spirare e dice le sue ultime parole: “Ho sete”. Gli si allunga una spugna imbevuta d’aceto. Sono le tre pomeridiane e gli elementi in cielo si scatenano. La XIII stazione ha dimensioni maggiori, anche perché è l’atto conclusivo della Passione.


GLI AMICI SEPPELLISCONO GESU’
Il sepolcro visto dall’interno: la luce dell’entrata è quasi un buco nella roccia retrostante. Giuseppe d’Arimatea, a destra, aiutato da un servo, depone Gesu’ nel sepolcro: un altro ripone la scala usata per la deposizione. Due donne sull’entrata piangono. Sullo sfondo le croci del Golgota, ormai spoglio.

PRESENTAZIONE

Non so se è facile presentare Lino Rizza, so sicuramente che è rischioso.
Si rischia una tale confusione mentale non sapendo da dove...incominciare.
Si rischia di illuminare “alcune zone” a scapito di altre ugualmente importanti. Si rischia di dare differenti risalti all'uomo o all'artista. Si rischiano tante cose, insomma .
Pittore camuno come ama definirsi - e nella definizione vi sono significati profondissimi. Inconsciamente o coscientemente. L'uomo Rizza si collega agli antenati camuni che seppero - tra i primi - comprendere e tramandare attraverso il “segno” stati d'animo e testimonianze di civiltà.
Il filone dell'arte in Rizza si innesta su radici di antica tradizione che si sommano alle sue
conoscenze culturali per essere esaminate in un contesto antropologico vastissimo.
Tuttavia la maniera espressiva del Rizza è modernissima e scaturisce da somme di “accatastamenti culturali”. Da doti innate dell'artista “producono” frutti copiosi in un terreno di sicura fertilità. Produce poco, lavora molto.
Apparente antitesi di termini contrastanti che danno la “radiografia” nebulosa dai contorni indefiniti dell'uomo e dell'artista che, d'un tratto diventano unità inscindibile.
La funzione dell'arte in Rizza, trascende e supera la necessità del bisogno quotidiano e la mercantile visione del frutto del lavoro artistico dove il “compenso” assume il significato trascurabile eppure necessario di un fattore incidentale che - suo malgrado - fa parte delle regole del gioco,di un gioco che a lui non piace.
B.Greco