29.5.06

"Il tacchino", 1988, olio su tela



Lino Rizza uomo che ti accoglie con semplice e schietta ospitalità, uomo che ti scruta con il suo sguardo azzurro profondo, uomo che sa fare dell’ironia con poche parole ben scelte, uomo che sa allontanarti con atteggiamento burbero e scontroso se gli va di essere lasciato solo e lontano: questo è il mio amico Lino.
Lino Rizza, originale, inventore, intagliatore. Falegname, musicista è soprattutto un pittore; è nato pittore e quando arriva il momento giusto, sa mettere nei suoi quadri tutto se stesso, tutto il suo essere uomo camuno, attaccato alla sua terra ed ai suoi ricordi. Lino Rizza coglie gli istanti, gli attimi del tempo nei paesi della Vallecamonica, li coglie con affetto, con precisione di disegno e dolcezza di colori acquerellati. Senti sotto tutto l’amore per la sua terra, il gusto per la ricerca degli angoli più caratteristici e più antichi della cultura passata. L’impressione che ti lasciano i suoi quadri è di ricordo, di dolcezza, a volte di estrema tenerezza. Lino ci offre, oltre ai portoni di legno, ai cancelli aperti sull’infinito, alle fontane di pietra, ai muri ricoperti di edera, anche l’acqua immobile del lago, le barche, la sabbia del mare, due splendidi visi di bimbi, qualche nudo di donna, caldo ed armonioso, come se la carne il legno e la pietra fossero per lui un unico amore.

Erminia Beccagutti

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